La formazione e la crescita
Dopo aver frequentato il liceo scientifico, si trasferì a Venezia per studiare architettura allo IUAV laureandosi nel 2003 sotto la guida del professore Luciano Semerani con una tesi visionaria sulla costruzione di un parco per la produzione di energia pulita nelle campagne padovane, in parte ispirato dall’architettura dell’architetto inglese Sir Norman Foster.”
Il viaggio ispirazionale
Nel 2005 Guido si trasferì a Los Angeles per approfondire il design automobilistico. Studiò all’Art Center college of Design ed è proprio qui che conobbe professori di rilievo come John Velazko e Richard Pietruska che diventarono per lui grande ispirazione.
La nascita dello studio
Nel 2007 rientrò in Italia e con l’amico designer Francesco Barbi fondò lo studio BarbiBottazzo attivo nella ricerca di soluzioni estetiche di successo per il design di prodotto ed industriale.

The
Visionary
Art
Dopo molti anni passati a disegnare per il mondo dell’industria e del prodotto ho preso consapevolezza di come spesso il lavoro del designer industriale ti porta a dover mettere in secondo piano il raggiungimento della pura emozione e della bellezza per rispettare le logiche dei costi di produzione.
Molte volte mi son trovato a disegnare per il solo fine di alimentare il consumismo, e molte altre ho visto bellissime idee e altrettanti disegni fatti con il cuore messi da parte semplicemente perchè non adatti al mercato. E’ così cresciuta dentro di me la voglia di liberare la mia creatività dalla numerica logica del marketing e della produzione di massa.
Un giorno ho chiesto al design industriale di trasformarsi in Arte, e d‘istinto ho creato l’immagine visionaria di una motosega la quale faceva finta di essere un motoscafo di lusso.
Ne è nata un’immagine originalissima nella quale il contrasto e la curiosità si incontrano suscitando nell’osservatore un pensiero ironico.
I lavori che sono seguiti sono The Venice Crops nel quale una mietitrebbia miete il grano nel Canal Grande di Venezia e The Unexpected Kiss raffigurante il bacio inaspettato tra due asciugacapelli giganti.
In queste opere è evidente la decontestualizzazione dei prodotti industriali che continuano comunque ad avere un loro senso imprevisto.
Alcuni mesi dopo nel 2013 ho dipinto La Casa sull’Albero che con mia sorpresa fu selezionata finalista al prestigioso Premio Arte Laguna di Venezia per essere esposta all’Arsenale alla mostra internazionale dedicata.
Ho presto sentito dentro di me l’urgenza di produrre altri di questi lavori che mi avevano riportato con il cuore ai giorni spensierati dell’età bambina nei quali tutto è ricerca, scoperta e gioco.
Questo processo è stato per me l’inizio di una collezione di opere che sono diventate la mia Arte di oggi.
Osservare i miei lavori è un viaggio nel quale si viene proiettati in una dimensione irrazionale e visionaria dove ci vengono donati gli occhi puri ed incontaminati del bambino che è dentro ognuno di noi.
Le mie tele raccontano storie di pace nelle quali osserviamo il declino di pesanti strutture metalliche ed industriali che rappresentano le catene umane, che possono essere culturali, politiche e a volte fisiche.
Queste catene cadono e liberano la purezza e l’eccitamento che sono la scintilla di ogni bambino.
“E’ così cresciuta dentro di me la voglia di liberare la mia creatività dalla numerica logica del marketing e della produzione di massa.“
“E d‘istinto ho creato l’immagine visionaria di una motosega la quale faceva finta di essere un motoscafo di lusso.“
“In queste opere è evidente la decontestualizzazione dei prodotti industriali che continuano comunque ad avere un loro senso imprevisto.“

What if industrial design became Art?
“Descrivo la mia arte come Industrial Art perché essa nasce dalla risposta che ho dato alla domanda “..e se il disegno industriale diventasse arte?”
Da anni sperimento l’uso del disegno tradizionale con matite e pittura acrilica e ad olio assieme a quello digitale e alla stampa. Oggi i miei lavori artistici sono una combinazione o un alternanza di stampa di inchiostri su tela policotton e di pittura ad olio. In alcuni casi lavoro esclusivamente con olio o acrilico su tela.
Ogni lavoro è realizzato come pezzo unico o nel caso di certe opere in una serie limitata di 3 o 5 – con misure diverse – così da rimanere fedele alla filosofia della produzione industriale che è uno dei temi dominanti alla base della mia filosofia artistica.

Early Days
Raccoglie i primi lavori dal 2005 al 2012 con opere come ChainSea e The Venice Crops. In questi primi dipinti si nota la sperimentale decontestualizzazione di oggetti di disegno industriale.
Formula 1
Una reinterpretazione in chiave visionaria e fantastica del mondo del Motorsport. Questa serie celebra la mia passione per i motori e per l’automobilismo sportivo.


The Pure Eyes of a Child
Raccoglie i primi lavori dal 2005 al 2012 con opere come ChainSea e The Venice Crops. In questi primi dipinti si nota la sperimentale decontestualizzazione di oggetti di disegno industriale.